Oggi, 15 maggio, parleremo di un argomento interessante: CRISTIANI E MUSULMANI? 15 maggio. Oggi i cristiani celebrano la festa di San Isidro, santo madrileno che secondo la tradizione nacque nella Madrid islamica alla fine degli anni ’80. XI. I musulmani, dal canto loro, celebrano oggi il penultimo venerdì del Ramadan: il venerdì per loro è il giorno di preghiera in comunità (yawm al-ŷumuʿa) e il Ramadan è il mese dell’anno dedicato al digiuno, alla carità e alla purificazione spirituale. Per noi bocateros è un venerdì di città; venerdì per uscire in periferia per portare cibo e calore umano.
Bocatas nasce da un gruppo di amici che vivono l’esperienza cristiana. Tra noi, ovviamente, ci sono persone non cristiane, ma possiamo dire apertamente che Bocatas è un gruppo di amici cristiani. È un pezzetoo della Chiesa (e che cos’è la Chiesa? L’insieme di coloro che sono stati chiamati da Cristo: ékklētoí, “i chiamati” -> ekklesia -> Chiesa). La nostra sede operativa è la parrocchia Santo Tomás Apóstol (quella che non ha creduto alla risurrezione finché non ha visto Gesù stesso e ha messo il dito sulla ferita; quella che più somiglia all’uomo moderno incredulo che tutti noi portiamo dentro). I nostri due sacerdoti, Jorge e Jesús, vivono nella parrocchia. Con loro vivono due ragazzi musulmani marocchini (ex ragazzi che si vivevano per strada quando sono diventati maggiorenni), Moha e Hamza, e qualche tempo fa Ahmad, un rifugiato siriano, ha vissuto con loro. Nella parrocchia. Vengono a Bocatas ogni venerdì, fanno panini come gli altri; “Bocateros professionisti.” A volte sembra una barzelletta: “Ci sono un prete, un moro, uno studente dell’università privata e uno zingaro vanno in macchina, e la Polizia di Stato li ferma”. Dove stanno andando? A Valdemingómez. Tra le persone che aiutiamo ci sono persone di paesi, gruppi etnici e religioni molto diversi. Molte famiglie musulmane. Naturalmente, cerchiamo il più possibile di adattare le loro scatole di cibo e menu alle prescrizioni alimentari della loro religione. Ci mancherebbe altro. Crediamo nel valore profondo che ha il fattore religioso per forgiare l’umanità delle persone, per dare senso alla vita e, quindi, per promuovere la convivenza. A tal proposito, leggete il documento pubblicato dalla Chiesa dal titolo “La libertà religiosa per il bene di tutti“, oppure ascoltate un riassunto in questa intervista a uno dei teologi responsabili. Ma è possibile? Alcuni “moritos” che vivono nella parrocchia? Un ente di beneficenza cattolico che nutre le famiglie musulmane? E adattandoti alle tue convinzioni su determinati cibi! Ma vediamo: non ci hanno detto che i cattolici spagnoli sono tutti di destra, spagnoli, anti-immigrati, elegantoni, fighetti, islamofobi, ecc.? Non è quello che ci vendono i media e i politici alla moda? Qui c’è qualcosa che non torna. C’è davvero qualcosa che non torna, ma non a Bocatas, nella nostra parrocchia o nella Chiesa: ciò che non torna è in quei media e in quei politici che, antireligiosi e anticattolici fino in fondo, vogliono convincere la società, basandosi su bugie ideologiche, che il problema è la Chiesa e che staremmo meglio in un mondo senza religioni e senza Dio; come canta Lennon: vivere la vita in pace senza paradiso, inferno, religione La Spagna è attraversata da pregiudizi ideologici che incasellano le persone sotto certe etichette: se sono cattolici sono di destra e sicuramente Vox; Se frequenta una scuola concertata, è un fighetto; se non supporta l’aborto è un retrogrado e una facciata, ecc., ecc. Ebbene, signori, come diceva san Paolo, “non c’è più né ebreo né greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; poiché siete tutti uno in Cristo Gesù” (Gal 3:28). Per i cristiani non c’è distinzione nell’amore (caritas significa amore): il cristiano (che non è quello che segue le norme morali o quello che crede in certe cose che non può provare, ma quello che ha incontrato Cristo) lo sa che la vita deve essere data – come Gesù l’ha data per noi. Darla a chi? Solo ai cattolici? Solo agli spagnoli? Solo a quelli di destra? Vai, ora! No no no e no! Nonostante tutti gli errori che i cristiani abbiano commesso (… e che commetteremo…) nel corso della storia, il nostro ideale morale, il Dio fatto carne dal Vangelo, non guarda in modo diverso al greco, al romano o all’ebreo; all’uomo o alla donna; al madrileno o al catalano; allo spagnolo o al sudamericano; all’europeo o al marocchino. No, signori. Non siamo né di destra né di sinistra, né nazionalisti né internazionalisti. Siamo cristiani cattolici: cristiani (seguaci di Cristo) e cattolici (chiamati all’universalità, per raggiungere il mondo intero: katholicos significa universale). Va di moda dichiararsi “associazione laica e aconfessionale“: la cosa politicamente corretta è lasciare la religione per la sfera privata e non confessare la propria fede, per non essere bollati come chissà cosa. Non metteremo mai l’etichetta di “ONG secolare” o “ONG aconfessionale”. Siamo un gruppo di amici cristiani, commossi e attratti dall’incontro con Cristo e da tutto il “nostro agire” (tutto ciò che facciamo con il nome di Bocatas: andiamo alla Cañada Real il venerdì; accompagniamo mille e più famiglie in tempi di COVID-19; accogliamo ragazzi musulmani in parrocchia; andiamo in montagna con drogati, ex tossici, preti, “mori”, zingari, coletas (chi porta il codino -come Pablo Iglesias- termine divenuto sinonimo di “persona di sinistra”, N.d.T.) e cayetanos (sinonimo di “fighetto”, quest’accezione per la canzone del gruppo Carolina Duarte o “persona di destra”, come viene suggerito qui, N.d.T,). Nasce da quell’incontro: come una sorgente, da quell’incontro con Cristo che ci cambia, fa germogliare tutta la nostra vita e tutto il nostro fare. Quindi, siamo un’associazione aconfessionale? Chissà cosa significa! Bocatas nasce da quell’incontro con Cristo, da quell’essere chiamato da Cristo ed è per questo che è un piccolo pezzo di Chiesa. Tornando al tema da cui siamo partiti: convivono cristiani e musulmani? Costruire insieme sotto il nome di Bocatas e sotto il tetto di una parrocchia? Aiutando (amando) migliaia di persone di ogni credo e colore? Sì signori. Certo che è possibile. E in questo Bocatas non c’è niente di nuovo: Bocatas non ha creato né generato nulla; Bocatas non vogliono portare alcun distintivo. Ogni novità è nata con Cristo: è Lui che ha generato, duemila anni fa, una nuova umanità; un’umanità chiamata a rompere le frontiere, ad amare al di sopra di ogni misura o legge umana; un’umanità chiamata ad amare mori, cristiani, drogati, zingari, codini e cayetani. Una nuova umanità. Un uomo nuovo. E questa non è un’invenzione di Bocatas; Bocatas non ha inventato niente; è stato tutto duemila anni fa. Ebbene, mi correggo: invenzione in latino (inventum) significa incontrare, trovare, scoprire, quindi inventare non significa “uscire dal cappello” o “creare qualcosa di nuovo, dal nulla”, ma trovare, trovare. L’invenzione bocatera, in questo senso, è l’incontro con la verità del Vangelo: un modo di vivere totalmente nuovo che commuove e smuove l’uomo e lo spinge ad amare senza confini ideologici. L’unica cosa che Bocatas ha inventato – nel senso latino di trovare – è quella che da duemila anni è presente nel mondo a portata di mano, a due passi o, meglio, “a pochi passi”. L’amore vince sempre e l’amore non ha confini ideologici, politici, razziali o religiosi.
PD: il nostro amico Gerry de Toledo, dedicato interamente e radicalmente ai poveri, ha appena pubblicato un libro che parla proprio di questi temi: sul rapporto tra cristiani e musulmani, di come i cristiani sono chiamati ad amare i musulmani. “In nome di Dio, ama i musulmani” si chiama il libro. Puoi acquistarlo su AmazonArticolo scritto da Ignacio Cabello*

*La sua opinione non esprime l’opinione ufficiale di Bocatas.